Con ordinanza n. 9444/2024, la Corte di Cassazione ha affermato che la mancata informazione da parte del datore di lavoro al lavoratore circa l’esistenza del diritto di precedenza fa sorgere il capo al lavoratore il diritto al risarcimento del danno.
Con questo principio la Corte di cassazione ha concluso la controversia promossa da un lavoratore assunto con contratto a termine stagionale da un’azienda che aveva omesso di informarlo, nel contratto, circa la sussistenza del diritto di precedenza in caso di assunzione per mansioni analoghe.
Nel merito, si rammenta che i lavoratori a termine (sia quelli ordinari, sia quelli stagionali) ai sensi di quanto disposto dall’articolo 24 del D.lgs. 81/2015 hanno diritto di precedenza nelle assunzioni rispetto a mansioni analoghe e devono essere informati con atto scritto circa la possibilità di esercitare tale diritto. In base a quanto indicato all’articolo 24, comma 4 del D.lgs. 81/2015, il diritto di precedenza può essere esercitato dal lavoratore a condizione che quest’ultimo manifesti per iscritto la propria volontà in tal senso entro sei mesi dalla data di cessazione del rapporto di lavoro nei casi di lavoratori a tempo determinato ordinario ed entro tre mesi nei casi di lavoratori a tempo determinato stagionale.
Tuttavia, secondo la Corte di Cassazione, la carenza di informazione nel contratto comporta non solo la non decorrenza del termine di decadenza previsto dalla legge e dunque l’impossibilità, per il datore, di opporre il mancato esercizio del diritto stesso ma anche l’insorgenza in favore del lavoratore del diritto al risarcimento del danno la cui determinazione è rimessa al giudice del merito.
Si suggerisce pertanto di prestare attenzione alla presenza nel contratto a termine, sia ordinario sia stagionale, dell’informativa circa la possibilità di esercitare il diritto di precedenza, alle condizioni previste dalla legge e dal contratto collettivo.
Data rilascio: 18.4.2024